2023 – Piemonte VIII – Santuario di Oropa e Biella

Non contento di aver visitato i dintorni di Borgomanero e Invorio, il mio raggio d’azione pian pianino si allarga e inizia a valutare mete anche più lontane. In questa domenica di febbraio, complice nuovamente la mia padrona di casa, che vuol farmi vedere le bellezze della sua terra, riesco a scoprire un nuovo angolo molto suggestivo di questa regione.

Il luogo prescelto infatti è molto famoso e importante per la cristianità, facente anch’esso parte dell’Unesco e meta di pellegrinaggio per molti credenti. Siamo al Santuario di Oropa, a più di mille metri d’altezza, dove il fascino della storia e della spiritualità ci pervade. A differenza degli altri Sacri monti però qui si respira anche turismo di massa e forse questa è l’unica pecca. Ci basta però, allontanarci un poco e fare qualche sentiero, che subito ci immergiamo nella natura.

In realtà, in questo inverno decisamente fuori contesto a causa dei cambiamenti climatici, la giornata è anche soleggiata e le temperature miti; questo sarà il colpo di grazia per la mia salute cagionevole visto che nelle settimane successive mi porterò dietro non soltanto la tosse, ma anche dolori di stomaco e febbre continua. Lì per lì avevo dato colpa alla famosa polenta concia, ma in realtà in futuro potrò riassaggiarla.

Detto questo la parte della mattinata, prima del pranzo calorico, è dedicata alla visita del Santuario, da prima la Chiesa nuova, successivamente quella vecchia e poi in particolare il complesso principale con il museo degli ex voto.

Chiesa nuova

Della chiesa vecchia non ho foto in quanto presente la messa, o meglio presenti una messa dopo l’altra. Il complesso della struttura visto da lontano però ha un grande fascino.

In realtà salendo ancora di più si può trovare, non so perché un segno della croce uncinata. I nazisti sono stati anche qui oppure ha un altro significato?

Infine, sacro e profano si mischiano. La maglietta di Gilardino, immagino devoto alla Madonna, che ringrazia per la vittoria del mondiale 2006, donando la propria maglia.

Come detto, dopo un lauto pranzo e dopo che facevo finta di essere in forma e in salute, il gruppettino di amici, di cui ovviamente non ricordo il nome, se non il “maresciallo” decide che la giornata non debba terminare con la sola visita del santuario, bensì anche con qualche altro posto. La scelta ricade su Biella, ma a detta loro, anche perché non si trovava parcheggio, avrebbe meritato di più visitare Biella Piazzo, un quartiere della città che si differisce dal Piano e che sembra un piccolo borgo.

La scelta mi pare azzeccata e gli scorci del paese sono molto belli.

L’immancabile poster

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